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(1) Porpora bizantina: secrezione di lumache murici che tingevano le fasce reali, l'ultima impronta nobile prima della caduta di Costantinopoli. Incarna la regola millenaria secondo cui "il viola è potere" e il crollo dell'impero.
(2) Oro Inca: luce sacra che filtra attraverso le pareti dei templi, l'ultimo sospiro di Cusco prima del suo scioglimento da parte degli spagnoli. Evoca lo sguardo del dio del sole Inti e la tragedia di una civiltà scomparsa.
(3) Arancio zafferano: la tonalità ardente delle vesti dei monaci himalayani, incarnazione del "fuoco del Nirvana" nelle scritture buddiste. Rappresenta l'illuminazione degli asceti forgiata attraverso le prove della vita.
(4) Giada azteca: scaglie lasciate dal serpente piumato Quetzalcoatl, cuori di giada tenuti in mano dai sacerdoti viventi che compivano sacrifici. Incarna la brutale fusione di divinità e umanità nei rituali di sangue.
(5) Rosso Veneziano – pigmento letale derivato dall'arsenico e dal sangue di bue, simbolo di peste e tradimento dietro le maschere di carnevale. Rivela l'oscura allegoria nascosta sotto lo splendore rinascimentale.
(6) Shaman Blue – polvere spirituale ricavata dalle corna di renna nella tundra siberiana, nebbia che attraversa tre regni al ritmo dei tamburi. Evoca il respiro tremante durante la comunicazione con gli spiriti e l'eterno silenzio artico.
(7) Samurai Black – lacca a cento strati sui foderi delle spade, l'ultimo luccichio di una lama durante il seppuku. Incarna morte ed eternità intrecciate nel paradosso del "mono no aware".